



É interessante tracciare paralleli tra queste tre storie. Tutte e tre sono storie di fedeltá e tradimento, ascese e cadute.
Steve Jobs uscí dalla Apple che aveva fondato per divergenze col management, per poi ritornarci quando l’azienda andó in crisi e riportarla al successo.
Donnarumma é stato preso giá da piccolo dal Milan, coltivato nella primavera e poi lanciato in serie A con ottimi risultati. Pare peró ora voler rompere con la societá che voleva spingerlo ad accettare un’offerta e che gli ha fatto pressioni e ripetuti ultimatum, minacciandolo anche di lasciarlo in tribuna tutta la prossima stagione.
Pizzarotti é stato il primo eletto del M5S in una cittá importante dopo aver contributo al buon successo delle Regionali del 2010. Viene peró poi successivamente fortemente criticato da Grillo e poi sospeso, fino ad uscire e a ricandidarsi per poi essere rieletto Sindaco di Parma.
Tre storie diverse, ma con interessanti paralleli. C’é chi ha fondato, chi ha contribuito a fondare, chi é stato selezionato e portato alla ribalta. Da Donnarumma e Pizzarotti si pretende riconoscenza. Ma Donnarumma giocherebbe diversamente se fosse rimasto a Castellamare di Stabia? E Pizzarotti sarebbe potuto essere eletto in una lista civica?
Credo che le polemiche su Donnarumma e Pizzarotti siano frutto anche della cultura italica, la stessa che vede il lavoratore dover sempre ringraziare il datore di lavoro, mai il contrario. Dove i meriti non vengono quasi mai riconosciuti e i successi sono sempre dovute a fortuna e spintarelle di cui si deve ringraziare.
La conclusione della storia di Steve Jobs la sappiamo, quella di Donnarumma e Pizzarotti non ancora.

da https://de.wikipedia.org/wiki/Datei:Gianluigi_Donnarumma_(31895135436).jpg
